Probabilmente nessuno di voi ha difficoltà a stare due ore davanti ai social o Netflix, giusto? E se invece si trattasse di mezz’ora di studio o lavoro? È tutta un’altra storia. Anche se avete buon senso e sapete che studiare e lavorare vi porteranno più benefici a lungo termine, continuate a preferire uno schermo. Potreste sostenere che il motivo sia ovvio. Un’attività è più semplice e non richiede alcuno sforzo, mentre l’altra è più difficile. Tuttavia, alcune persone sembrano non avere problemi a studiare per ore ed ore. Cosa fanno di diverso loro? Esiste un modo per rendere le cose difficili semplici? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo esaminare il funzionamento di un particolare neuro-trasmettitore: la dopamina.
Siamo come i topi?
La dopamina é spesso considerata la molecola del piacere anche se non é esattamente ciò che fa. La dopamina ci fa desiderare le cose. Ed é questo desiderio che ci da la motivazione per alzarci e fare le cose. Se non credete al potere della dopamina, lasciate che vi racconti di alcuni esperimenti che i neuroscienziati hanno fatto sui topi. Dei ricercatori hanno impiantato degli elettrodi nel loro cervello. Quando un topo spingeva una determinata leva, i ricercatori stimolavano il sistema della ricompensa nel cervello del topo. Il risultato fu che i topi svilupparono una dipendenza così forte che continuavano a spingere la leva. Ancora e ancora, per ore. I topi si rifiutavano di mangare o perfino di dormire. Continuavano a spingere la leva fino a crollare esausti. A questo punto il procedimento veniva invertito. I ricercatori bloccavano il rilascio della dopamina dal centro della ricompensa nel cervello del topo. Come risultato, i topi diventavano così letargici che anche alzarsi o bere acqua non valevano più neanche lo sforzo. Non mangiavo. Non si accoppiavano. Non desideravano nulla. Usando un eufemismo si potrebbe dire che i topi avevano perso la voglia di vivere. Tuttavia, quando il cibo gli veniva sommistrato imboccandoli i topi lo mangiavano e lo gustavano con piacere. Semplicemente non erano motivati a muoversi e farlo da soli. Penserete che sia la sete o la fame che motiva a cibarsi o a bere. In questi casi, tuttavia, anche la dopamina gioca un ruolo fondamentale. Gli esperimenti sui topi potrebbero essere considerati casi estremi. Ma è possibile osservare gli effetti simili che la dopamina ha sugli essere umani nella nostra vita quotidiana.
Quali sono le conseguenze?
Il cervello sviluppa le proprie priorità basandosi in larga parte su quanta dopamina si aspetta di ottenere. Se un’attività rilascia troppo poca dopamina, non si avrà grande motivazione ad eseguirla. Se invece un’attività rilascia molta dopamina, si sarà motivati a ripeterla, continuamente. Qualasiasi attività per la quale si crede di ottenere una ricompensa, favorisce dunque il rilascio di dopamina. Inversamente, se si crede che non vi saranno ricompense per un dato comportamento, il cervello non rilascerà dopamina. Ad esempio, prima di mangiare comfort food, il cervello rilascia dopamina, perché anticipa il benessere che il consumo di tale cibo farà provare. Questo avviene anche se dopo potreste stare male. La causa é che il meccanismo non tiene conto del fatto che alte dosi di dopamina potrebbero essere nocive per l’organismo. Semplicemente ne vuole di più perché ne sente il bisogno. Il classico esempio sono le persone dipendenti dal consumo di droghe. Spesso sono consapevoli che quel che fanno non sia a vantaggio della loro salute. Ma tutto quello che in quel momento desiderano é ottenere una maggiore quantità di droga. Ad esempio, oltre a rendere euforici cocaina e l’eroina determinano il rilascio di quantità innaturali di dopamina, che a loro volta alimentano ulteriormente la dipendenza. Ecco perché vi sbagliate se credete che sia facile smettere di fare uso di queste sostanze. Il problema per loro è proprio ritornare ad una vita piena di attività a basso rilascio di dopamina, che non possono minimamente competere con le dosi che la droga rilascia.

Attività che fai, dopamina che trovi
Sicuramente va tenuto in considerazione il fatto che praticamente ogni cosa che si fa viene rilasciato un certo quantitativo di dopamina. Anche bere acqua quando si è assetati. Il rilascio di dopamina più alto avviene comunque quando la ricompensa è casuale. Si pensi al gioco d’azzardo con le slot machine nei casinò come esempio. Anche se sino ad un momento si è solo perso soldi, alla fine ci si aspetta di ottenere una ricompensa più grande. Semplicemente non si sà quando questo succederà. E nella società digitale odierna, i nostri cervelli sono inondati in ogni momento di quantità innaturali di dopamina tutti i giorni, anche quando non ne siamo consapevoli. Alcuni esempi di comportamenti ad alto rilascio di dopamina sono lo scorrimento delle notizie sui social media, i video giochi, la pornografia, e così via. Associamo qualche sorta di ricompensa a ciascuno di questi comportamenti. Questo è il motivo per cui controlliamo costantemente i nostri telefoni. Ci aspettiamo di vedere un messaggio o altre notifiche. E sappiamo che alla fine li riceveremo. Stiamo diventando come quei topi che spingono la leva per ottenere un nuovo rilascio di dopamina. Essenzialmente il cervello si abitua ad avere alti livelli di dopamina ed essi diventano la nuova normalità. In questo modo si sviluppa quindi una tolleranza alla dopamina. Questo può costituire un grave problema, perché le attività che non generano un rilascio comparabile di dopamina smettono di essere d’interesse. Diventa quindi molto più difficile motivarsi a farle. Si percepiscono come noiose e meno divertenti perché non rilasciano abbastanza dopamina se confrontate con quelle che invece lo fanno. Questo é il motivo per cui le persone tendono a preferire giocare ai video giochi o navigare il web piuttosto che studiare o lavorare ai propri progetti personali. I video giochi fanno sentire bene e a proprio agio perché generano grande rilascio di dopamina. Purtroppo, attività come il lavoro sodo, la lettura, ecc. rilasciano un minor quantitativo di dopamina. Quando la tolleranza alla dopamina diventa troppo alta, non si é piu’ in grado di provare piacere in attività a basso rilascio di dopamina. Penso che adesso il concetto sia ben chiaro.
C’è una soluzione in questo mondo distopico?
Basta una parola: disintossicazione. Quello che dovete fare é scegliere un giorno in cui eviterete tutte le attività altamente stimolanti. Dovrete smettere di inondare il vostro cervello con grandi quantità di dopamina lasciando che i vostri recettori riacquistino la loro sensibilità originaria. Provate solo ed esclusivamente per un giorno intero a divertirvi il meno possibile. Non userete internet o qualsiasi altra tecnologia. Non potrete ascoltare musica, masturbarvi o mangiare cibo spazzatura. Sperimenterete la noia. E fidatevi, ne avrete parecchia! Potrete però fare queste cose: uscire a camminare, meditare e restare soli con i vostri pensieri, riflettere sulla vostra vita e sui vostri obiettivi, scrivere ogni idea che vi viene in mente eccetera. Tutto questo può sembrarvi piuttosto esagerato. Ma se volete davvero ottenere risultati radicali ed il più in fretta possibile, dovrete essere in grado di compiere gesti radicali. Adesso vi starete chiedendo: perchè tutto ciò dovrebbe funizonare? Potete pensarla cosi. Supponete di mangiare nel miglior ristorante della vostra città ad ogni pasto. Come risultato, quei fantastici pasti, diventeranno presto la vostra nuova normalità. Se qualcuno vi offrisse una scodella di riso in bianco, probabilmente la rifiutereste. Semplicemente non sarebbe gustosa abbastanza, in confronto ai vostri pasti quotidiani al ristorante. Ma se vi trovaste moribondi e senza cibo in un’isola deserta, immediatamente quella scodella di riso non sembrerebbe più poi così male. E questo è quello che fa la disintossicazione da dopamina. Vi affama di tutti i piaceri a cui vi siete abituati e rende quelle attività che usualmente considerate meno soddisfacenti più desiderabili. In parole semplici: la disintossicazione da dopamina funzione perché ci si annoia così tanto, che le attività noiose diventano divertenti.




Non penso di potercela fare…
Ora, se non volete sottoporvi a trattamenti così estremi per un giorno per infinite ragioni, potete sempre fare una disintossicazione più facile. Decidete un giorno alla settimana in cui vi astenete completamente da almeno uno dei comportamenti ad alto rilascio di dopamina a cui siete abituati. Uno qualunque. Magari controllare il telefono continuamente, giocare ai videogiochi o qualsiasi cosa. Da quel momento in poi, ad ogni singola occorrenza di quel giorno della settimana, per l’intero giorno eviterete l’attività scelta. Si, vi sentirete piuttosto annoiati, ma è proprio questo il punto. Volete che i vostri recettori della dopamina ritornino alla normalità e recuperino da quelle dosi innaturali con cui avente inondato il vostro cervello. La noia vi spingerà a fare altro quel giorno, cose che normalmente non fareste perché non generano abbastanza rilascio di dopamina. Ma siccome sarete annoiati, sarà più facile farle.
Non siate troppo rigidi: una strategia sensata!
Idealmente, i comportamenti ad alto rilascio di dopamina non dovrebbero essere evitati del tutto, o almeno il più possibile. Dovreste invece riuscire a collegare rilasci di maggiori quantità di dopamina ad attività che vi portano beneficio. E quello che ho scoperto é che le vostre attività ad alto rilascio di dopamina possono fare da incentivo per perseguire cose che vi procureranno benefici a lungo termine. In altre parole, potete usare determinate attività come ricompensa per aver completato un lavoro difficile. Fate una lista delle cose a basso rilascio, come pulire la casa, leggere libri, fare esercizio fisico… Fate così: dopo aver completato una certa quantità di queste attività, a fine giornata ricompensatevi con una quantità stabilita di attività ad alto rilascio di dopamina. Le parole chiave sono “dopo” ed “a fine giornata”. Se cedete prima, semplicemente non sarete abbastanza motivati per riprendere le attività più laboriose. Perciò cominciate sempre prima con le cose difficili e solo successivamente cedete dedicandovi ad attività ad alto rilascio di dopamina.
Per concludere, voglio dire che è possibile far si che fare cose difficili vi sembri semplice. Ma quando il cervello ottiene così tanta dopamina così di frequente, non sarete soddisfatti lavorando a qualcosa il cui rilascio non é paragonabile. Questo é il motivo per cui si potrebbe voler limitare l’uso del cellulare e del computer insieme ad altre attività ad alto rilascio di dopamina. E vi assicuro che ne vale la pena.
Quindi se avete problemi di motivazione, cominciate a disintossicare il vostro cervello dalla dopamina il prima possibile. Separatevi dalle attività che rilasciano quantita’ innaturali di dopamina oppure esponetevi ad esse meno frequentemente. Vedrete allora che le normali attività quotidiane ad ordinario rilascio di dopamina, diventeranno nuovamente piacevoli e sarete in grado di praticarle più a lungo. Siamo tutti dipendenti dalla dopamina in una certa misura. Questa é una cosa positiva perché la dopamina ci motiva e ci consente di raggiungere i risultati voluti e in definitiva migliorare noi stessi. Sta a voi decidere da cosa ottenere la vostra dopamina. Volete ottenerla da attività che non vi portano beneficio? Oppure volete ottenerla da attivita’ che vi portano beneficio a lungo termine? La scelta adesso sta a voi.




Grazie per aver letto fin qui: significa moltissimo per me. Significa che sei disposto a dedicare parte del tuo tempo prezioso non solo alla tua crescita personale (che è fantastico!) ma anche a me. Lo apprezzo. È giusto informarti che per scrivere questo articolo ho preso tutte le informazioni da un video inglese sul dopamine detox. Se sei interessato alla fonte originale, ecco qui il video. Grazie ancora,
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